THALASSA - Edizione II - 2014


THALASSA
Italian Occult Psychedelia Festival
Edizione II
3/4/5 Aprile 2014
DalVerme - Roma


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Introduzione al Festival - di Antonio Ciarletta


Mettiamo un punto fermo: l’edizione 2013 del Thalassa è stata un successo. E’ stata un successo per la quantità di pubblico accorso nonché per la qualità dei musicisti chiamati in causa. Ed è stata un successo anche e soprattutto per il senso di appartenenza respirato nei locali del Dal Verme durante quelle magiche serate. Se è vero, com’è vero, che ci sono momenti e luoghi capaci di marchiare a fuoco l’immaginario di una comunità, l’edizione 2013 del Thalassa ha rappresentato il kairos di una fetta importante di underground tricolore, quella fetta che, a parere di tanti, sta scrivendo alcune delle pagine più belle del romanzo musicale made in Italy.
Constatato l’esito positivo dell’iniziativa, potevano gli organizzatori lasciar morire la cosa? Certo che no, anche perché, diversamente da molti trend contemporanei, lungi dall’avvampare improvvisamente per spegnersi in un batter di ciglia, il fuoco che sta alimentando l’Italian occult psychedelia arde costantemente da più di due anni. E, in fondo, il motivo di tale durata è semplice da comprendere, vale a dire: le istanze che stanno definendo l’Italian occult psychedelia non s’identificano in un suono preciso ma sono lo specchio di una sensibilità radicata nel substrato culturale italiano, che è affare più profondo e per questo meno condizionabile dalle effimere ritualità della rete.
In questo periodo nuovi “occulti” stanno dimostrando il proprio valore. Al contempo, le formazioni più note e affermate continuano a riscuotere consenso al di fuori dei patri confini. In particolare, l’attenzione ricevuta all’estero è conseguenza di  logiche rimaste inalterate nel corso degli anni, logiche che, ad esempio, hanno decretato la riconoscibilità del krautrock, del japanoise e del progressive italiano. Logiche che rispondono non tanto a una domanda di originalità del suono in quanto tale, ma al desiderio e forse alla necessità di meglio compenetrare le alterità culturali in un tempo storico caratterizzato da forti spinte omogeneizzanti. Ed è fuori di dubbio che le formazioni dell’Italian occult psychedelia nascano dalla commistione di suono, immaginario e patrimonio culturale autoctono.
Dunque, la febbre dell’occulto non è per nulla calata, e anche quest’anno gli organizzatori del Thalassa hanno messo su un cartellone di prim’ordine. Essere al Dal Verme il 3, 4 e 5 aprile 2014 significa avere la possibilità di godere di alcune tra le proposte migliori dell’underground italiano di questi anni. 


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LINE UP
EDIZIONE II
2014


GIOVEDI 3 APRILE


Creapopolvsqve

E’ un duo che affronta senza nessune riverenza diverse forme musicali, incastonando rumori e melodie tradizionali in un unico continuum ispirato alle antiche regole dell’amore, non senza ironia. Attraversano senza timori diversi generi mantenendo una costante componente spastica nel loro suono.  Demented Mushycians of Bukkake

Mai Mai Mai



Mai Mai Mai è il racconto, meglio, la memoria, di un viaggio nello spazio e nel tempo che ha come genesi le sponde del Mar Egeo e che attraversa suggestioni marittime e di antichi canti. Il tutto mischiato con la modernità del beat elettronico e affogato in una coltre di distorsioni che lo rendono un quadro sfocato che lascia intuire il soggetto ma lascia spazio all’interpretazione.

Mamuthones

Il progetto, creato dall’ex-Jennifer Gentle Alessio Gastaldello porta in dote l’ossessività ritmica del kraut tedesco e tutto il corollario analogico di corredo. Si trovano a loro agio sia in lunghe suite ambient-rituali, vedi l’ultima uscita per Boring Machines/CORPOC, che in estenuanti tour de force ritmici. A sentirli suonare i Mamuthones potrebbero sembrare una band che arriva direttamente dalla motorik golden age. Beh uno di loro in effetti se lo può permettere pure anagraficamente.

Spettro Family

L’horror è un genere di cui in Italia siamo tra gli indiscussi maestri, sia sul lato visuale ma soprattutto dal lato musicale. Spettro Family è uno dei migliori esempi di prosecuzione di una tradizione che ha ormai mezzo secolo nel campo della creazione di suoni che rimandano a scene terrificanti, suspence e presenze malevole

Valerio Cosi



Valerio Cosi era salito all’onore delle cronache musicali quasi una decade fa, definito come uno dei giovani più promettenti della scena weird/drone etc, assieme a Fabio Orsi ed altri. Il fatto che oggi egli sia ancora molto giovane fa capire quanto presto avesse cominciato ad avere la capacità di fare della musica importante. Il fatto che a distanza di anni la qualità della sua musica sia rimasta altissima, conferma che le promesse sono state mantenute.

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VENERDI 4 APRILE


Donato Epiro

Già conosciuto ai più come metà dei Cannibal Movie, Donato Epiro è un musicista con una impressionante serie di release alle spalle, su etichette di rilievo come Blackest Rainbow e Hobo Cult. Esce in questi giorni su Black Moss la raccolta di sui pezzi a titolo Fiume Nero, un viaggio all’interno della foresta subtropicale che indaga in profondità le ragioni della fascinazione per i mondi lontani e selvaggi. Library music che attinge dall’esperienza di Piero Umiliani ed Egisto Macchi per traghettare quei suoni e quei mondi al nostro cospetto.

Dream Weapon Ritual

Simon Balestrazzi ha cominciato a fare musica più di 30 anni fa con Tomografia Assiale Computerizzata (T.A.C.), progetto grazie al quale è diventato personaggio di culto nelle scene avant/industrial/elettronica.  Assieme a Monica Serra, presente nella incarnazione più recente di T.A.C. ha creato un altro progetto mutante, Dream Weapon Ritual che incorpora elementi elettronico/industrial, drones ed accenni di folk futuristico. Il risultato è una musica libera che sfugge alle definizioni e mantiene un aspetto visionario e sognante.


GustoForte

Prime movers della scena underground romana, mai parole furono più indicative di quelle che essi stessi usano per presentarsi: “Per tentare di descrivere il suono e i Suoni che rigurgitano in GustoForte, forse basta pronunciare la parola Malagrotta: la discarica che abbraccia Roma da 40anni, 240 ettari di fanghi e scarti di ogni tipo. GustoForte è una discarica della memoria che plasma le melme inservibili delle avanguardie nazionali in forme nuovissime stracolme di massa grassa popolare.”

Metzengerstein

Giovani “chini a reiterare una formula artistica ai limiti del tossico, evocativa e senza troppi fronzoli” per rubare le parole a Maurizio Inchingoli, che coglie perfettamente l’essenza dei Metzengerstein. Un’idea di psichedelia molto vicina alla trance dove i vincoli del rock non vengono rotti ma stiracchiati e liquefatti fino a prendere altre forme. La musica di Metzengerstein è devozionale e religiosa, ammesso che si capisca con quale dio stiano parlando.

Psalm'n'Locker

La musica vista sotto l’aspetto curativo. Non si parla però della becera new age bensì di recupero del minimalismo storico, LaMonte Young e la dream machine, la stroboscopia. Musica che va sentita e vista, percepita. Musica che viene sentita da tutto il corpo come protesi dell’orecchio o come ricettore di vibrazioni che si propagano nello spazio. 


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SABATO 5 APRILE


Fulkanelli

Fulkanelli è un duo formato dal batterista Paolo Mongardi (anche Zeus, Fuzz Orchestra) e Cristian Naldi ( da solo come Spettro, da poco nella nuova formazione dei Ronin). I due costruiscono strutture che richiamano, ma non calcano mai, ipotesi di momenti doom, divagazioni prog e stratificazioni drone che nel loro insieme creano una bolla di suono nel quale perdersi.

La Piramide Di Sangue

La Piramide di Sangue, ovvero come salire sulla Mole e guardare all'orizzonte, verso sud-est. Il Medio Oriente che penetra nelle trame della città e si sparge in mille rivoli psichedelici. Gianni Giublena Rosacroce, il moniker con il quale Stefano dei Movie Star Junkies ha dato vita a un progetto che sa di folklore mediterraneo e thè speziati. Musica rilassata che asseconda i ritmi delle dune di sabbia che improvvisamente si increspa e diventa battagliera. 

Lay Llamas

Un popolo africano sale su un’astronave alla ricerca di un lontano pianeta, questo un concept attorno al quale si dipana il lavoro omonimo di Nicola Giunta come Lay Llamas. Come nella ricerca portata avanti da Donato Epiro, Lay Llamas si riappropria di suggestioni africane per riproporle in nuovi contesti, siano esse le andature ritmate al limite del funk che le stratificazioni noise. Il progetto in fase di scrittura dei brani e dal vivo si è allargato a Gioele Valenti che cura le parti vocali, e ad altri tre elementi che suonano nella versione live del progetto [Gianluca Herbertson (synth, sampler); Matteo Pin (guitar); William Zancan (drums)].
E a breve disco in uscita per ROCKET RECORDINGS!


Vostok Lake


Un gigantesco corno da grammofono giace sotto la calotta del lago di Vostok trasportando palindromi sonori raccolti dall'etere al centro della terra. Pochi uomini sono stati in grado di udirli, quelli dannati dalla necessità di cercare se stessi nel freddo che da alla testa come il capitano Ernest Henry Shackleton. Uno sconosciuto magnetismo ha riattivato quel grammofono che ora diffonde i suoi suoni nel vuoto spazio. (testo Giovanni Romagnoli dalle Bande Nere)